c’è una coincidenza fra le attese di Spatuzza prima e Graviano poi e l’evoluzione del cosiddetto processo breve.

Spatuzza non fa paura, fan paura i Graviano. Finchè Spatuzza racconta solo lui poco male, rimane sempre strano che nessuno lo smentisca, sempre questo Spatuzza, ma può anche essere solo perchè questi sappia molto su dove sono i soldi, tutti i soldi, accumulati. E quindi meglio non irritarlo. E poi un po’ di strizza al culo a chi governa non fa mai male, anche perchè chi fa politica in Italia per forza di cose in qualche modo si collude con ambienti almeno equivoci. Che sian caporali o generali poco importa, s’è visto con la faccenda Noemi, bastano i media per enfatizzare quel che succede.

e allora ecco il recupero, veramente insolito, tanto da includere, come ipotesi per il momento, i reati di mafia sempre in quel benedetto processo breve.

ROMAIl processo breve anche per la mafia e per il terrorismo. Esteso a tutti i reati, da quelli minori ai più gravi. Una grande e unica tagliola. Con la scusa di rendere costituzionale e rispettosa del principio di uguaglianza e del diritto a un identico trattamento una legge che, così com’è oggi, ha incassato più zeri in pagella di qualsiasi altra delle 19 leggi ad personam prodotte per il capo del governo e i suoi amici. Al punto che se ne sono resi conto perfino gli autori, gli avvocati del premier Niccolò Ghedini e Piero Longo, che giusto in queste ore, ufficialmente per correre ai ripari, stanno ideando un meccanismo che costringerà i giudici a far di conto per ogni tipo di reato.

I due studiano e riscrivono il ddl da capo a piedi prima della discussione al Senato. E dal restyling salta fuori la novità più clamorosa: anche per i processi sulla mafia e sul terrorismo i giudici dovranno rispettare una scadenza per ogni fase dibattimentale. Quanti anni per primo grado, appello, Cassazione? Cinque o sei come ipotizza qualcuno nel Pdl, oppure un tempo più ristretto, tra i tre e i quattro anni? È la scelta più difficile che al momento è ancora in bilico perché è legata alla scansione temporale da fissare per tutti i reati.

Ma il dato certo è che il meccanismo del processo breve cambia faccia perché cambiano gli obiettivi di Berlusconi.

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Nel cambio di marcia c’entra Spatuzza. D’ora in avanti Berlusconi non deve più guardarsi dai soli processi di corruzione, ma anche da quelli (al momento eventuali) per mafia. E dunque si cominciano a pensare norme per agire anche in quel settore criminale: ecco l’idea di mettere le mani, per "palettarlo", sul concorso esterno in associazione mafiosa, sui pentiti (ma qui siamo più a desiderata politici che a effettive intenzioni di cambiamento, soprattutto dopo il niet del ministro dell’Interno Maroni), sulla stessa scansione dei processi di mafia. Il processo breve diventa lo strumento giusto. Lo criticano perché riguarda "solo" alcuni processi e alcuni reati? La soluzione del Pdl, che domani sera sarà discussa nella consulta per la giustizia presieduta da Ghedini (padre del processo breve) e il cui segretario è Enrico Costa (autore del ddl sul legittimo impedimento), è allargare il meccanismo a tutti i delitti ma con termini di fase differenti: due anni per i reati meno gravi, due anni e sei mesi per quelli un po’ più gravi, e via salendo in su fino a includere anche mafia e terrorismo.

Finché le fasi non saranno fissate non si potrà neppure capire quali potranno essere le conseguenze sull’impatto. Certo è che le stime fatte fino a oggi sono destinate a salire in modo esponenziale. Ma qui il Pdl è pronto a tenere a freno le critiche con un’altra abile mossa: la norma transitoria, che finora parlava di legge da applicarsi per tutti i processi in primo grado, conterrà sì l’estensione ai tre gradi di giustizio, pena una manifesta incostituzionalità, ma prevederà anche uno spartiacque temporale tassativo. Il processo breve, per la prima e immediata applicazione, riguarderà i reati compiuti fino al maggio 2006, cioè quelli che destra e sinistra hanno inserito nell’indulto. Tra questi ci sono anche i processi di Berlusconi che quindi, a pieno titolo, sono destinati a cadere sotto la mannaia del processo breve anche nella versione riveduta e corretta.