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DECISIONE necessaria e da condividere. Mi permetto di suggerire una motivazione che a me pare decisiva e necessaria.

 

uno sciopero che non è dissociazione dall'impegno ma l'orgogliosa pretesa di contribuire alle decisioni in difesa dei principi ma anche, e senza vergogna, dei propri interessi di individui e di classe. 

è stata una associazione di idee istintiva capitando per caso su una notiziola: quest'anno la LEGA (cioè quel che resta del Bossi) non va a Ponte di Legno (alpi bresciane che confinano con il trentino) ma ad ALASSIO, quello reso famoso dal muretto in un'epoca lontana, che rimanda a ore di cazzeggio di ragazzini bene, forse oggi dediti magari alla bottiglia, tanto per gradire.

Notizia in fondo non più di tanto, già, anche se io aggiungevo il mio commento a quello d'altri chiedendo se non fosse perché temesse che lo menino. Battuta cretina ma sorprendentemente verosimile, visto che il padrone de lmaniero dove il Bossi era abitualmento ospite (mai che paghino l'albergo questi signori anche se leghisti!) è molto esacerbato perché la Lega ha lasciato perdere quel discorso della leghista che tanto si era data per favorire il TROTA sparlando degli altri concorrenti alle regionali ultime lombarde.

Più di recente, all' ultimo consiglio federale di venerdì scorso, è Caparini senior a porsi in dissenso con i vertici del partito: Bruno Caparini, padre di Davide e proprietario del maniero, non gradisce la rapidità con la quale si conclude la riunione milanese di via Bellerio che «salva» da qualsiasi provvedimento Monica Rizzi, l' assessore leghista allo Sport della giunta Formigoni finita sotto inchiesta per presunti dossieraggi ai danni di avversari politici all' interno del Carroccio. In consiglio, il tema viene sollevato e subito liquidato. Caparini, però, non rinuncia a un duro intervento.
 

Ma forse NO, forse semplicemente il TROTINO pur essendo d'acqua dolce voleva respirare aria di mare e passeggiare in mezzo a tutte quelle tose non troppo vestite e desiose di incamerare un futuro, non si sa mai, MINISTRO, sempre che papà duri e non stia troppo tra i MARONI a tutti gli amici

neanche poi tanto se ci si riferisce al singolo, infatti calcolato in 1 milione e 300 mila il numero degli addetti e segnalato il costo globale in 24,7 miliardi di Euro, risulta un costo individuale medio di circa 19 mila Euro per addetto grande o piccolo.

In fondo quasi un costo da gregario e pure precario.

il discorso cambia se si assume un altro aspetto del discorso perché 1 milione e 300 mila individui su circa 60 milioni fanno praticamente un addetto ogni 46 il ché vuol dire che ogni cento italiani neonati o in fine vita, capi d'azienda barboni o milionari, maschi o femmine o in via di mezzo o extra giudizio, guardie o ladri, etc. 2 (DUE) pensano e decidono o ignorano o sognano qualcosa per noi. E così ogni contribuente paga in media 646 euro per il costo diretto e indiretto della politica (il 12.6 % del gettito IRPEF.

Poco, molto oppure pochi, molti? Dipende, come sempre, dal risultato perché se la macchina STATO funziona bene allora OK, ma se la macchina si ingrippa qua e là o marcia solo a favore di alcuni cittadini, quelli sapienti nel manovrarla e quindi FURBI, allora tutto cambia.

I dati in ogni modo sono questi e allora l'analisi si orienta soprattutto sul vertice politico, là dove si forma il corpus legislativo e normativo e si provvede alle nomina di Governo e relativi Ministri, Vice e Sottovice e via via scalando.

Perché in Italia a "campare di politica" sono in tanti. Partiamo da chi è chiamato ogni anno ad approvare la legge finanziaria: i parlamentari. Quanto guadagnano? Oltre 11mila euro al mese. Più di tedeschi (7mila) e francesi (6.800), molto più degli spagnoli (2.921 euro). Non solo. Il parlamentare italiano gode di una serie di rimborsi per trasferte in Italia e all'estero, taxi, bollette telefoniche, spese mediche.

"Sono tante le voci da sommare e il calcolo non è facile – conferma l'ex vicedirettore dell'Istituto Cattaneo, Gianfranco Baldini, che insegna "Partiti e gruppi 

di pressione nella Ue" all'Università di Bologna – altrove hanno optato per una maggiore trasparenza". Un caso per tutti: "In Gran Bretagna dopo lo scandalo dei rimborsi gonfiati, hanno messo tutto per iscritto sul sito della Camera dei comuni. Un parlamentare inglese guadagna 65mila sterline l'anno e oggi deve rendere conto on line delle spese effettivamente sostenute per il soggiorno a Londra e per le eventuali trasferte. Noi invece in Europa ci distinguiamo per il trattamento dei nostri europarlamentari: i più pagati e i più assenti, almeno fino alla scorsa legislatura. Ma gli sprechi non vengono solo dal parlamento, la vera giungla è il mondo delle municipalizzate".
  

Naturalmente questi sono i costi ONESTI a cui vanno aggiunti gli altri, quelli che diventano compito della GIUSTIZIA perché DISONESTI. E allora una domanda banale, ma non sarà che i costi DISONESTI sono così alti che è bene non si sappiano e per questo si attaccano Magistrati come singoli e come categoria? 

mentre il DEMIURGO studia se urlare il solito "foera dai BALL" indirizzato alla realtà concreta espressa dal POPOLO PADANO che ha partecipato in massa ai REFERENDUM urlando il suo NO al COMPAGNO di MERENDE con almeno 10 milioni SI' al REFERENDUM (quesito nro 4 compreso) il BOSSI annaspa

MILANO – Caricare di attese un evento è una specialità leghista. Bobo Maroni interpreta da par suo il ruolo: «Governo al sicuro? Io aspetto Pontida», ridacchia malizioso. Tutti ormai aspettano Pontida come fosse il giorno del giudizio, fioccano le richieste di accredito della stampa nazionale e internazionale, l’operazione di marketing sta funzionando così bene da costringere Bossi ad esserne perfino preoccupato: con le aspettative che si stanno creando attorno all’evento di domenica non potrà certo permettersi di volare basso.

Per volare alto, tuttavia, non possono bastare le confuse promesse di imminente felicità elargite da vent’anni a questa parte agli entusiasti convenuti delle adunate padane. Ad ascoltarlo infatti non ci saranno solo gli acritici supporter in camicia verde ed elmo da nibelungo che abitualmente affollano il prato, ma anche le centinaia di migliaia di elettori o ex elettori che pur tenendosi lontani da Pontida vorranno sapere se il loro condottiero ha ancora qualcosa di leghista da dire. Nessuno se ne fa più niente di un urlo belluino, di una pernacchia, di un dito medio alzato, di un gesto dell’ombrello indirizzato a qualche avversario.

Anche per questo più si avvicina domenica, più Bossi è tormentato. Era partito con l’idea di spiegare al suo irrequieto popolo che l’alleanza con Berlusconi – per quanto da riscrivere – è necessaria, dunque per il momento non in discussione. Più passano i giorni, però, più sente di non poter salire sul suo palco limitandosi a fingere di battere i pugni per strappare al Cavaliere la vaga garanzia di questa o quell’altra riforma: per essere credibile dovrebbe fissare una data di scadenza alle sue richieste. Ma sa anche che sarebbe una pericolosissima arma a doppio taglio.

Ed ecco arrivare MOODYS con i suoi AVVISI DI GARANZIA, quasi accorso in aiuto a TREMONTI che non vorrebbe allentare i cordoni della borsa. CARI PADANI, sembra voler dire, inutile aspettare MIRACOLI, Prodi vi aveva lasciato un debito di 1600 MILIARDI di euro (103.5% del PIL al 31 12 2007). Adesso il DEBITO è quasi a 1900 miliardi, sempre di odiati euro, e corre a perdifiato oltre il 120% sempre di quel PIL che cresce solo nelle tasche dei più ricchi.

Sono 300 MILIARDI, 5000 euro di debito in più per ogni italiano da aggiungere agli oltre 26 MILA di prima della grande vittoria, con il regalo dell'esenzione ICI della prima casa anche ai RICCONI (ai poveri cristi l'aveva già abbuonata l Prodi) e tutti gli altri regali elargiti a Banche, politici e via andando.

Il popolo PADANO non è fatto solo di ricchi signori, abbondano di pensionati dell'INPS, di partite IVA allo stremo. Basterà parlare di IMMIGRATI cattivi?

Che il momento sia delicato per i leghisti lo dice anche la decisione di rivoluzionare la tradizione di Pontida. Sul palco del pratone padano, per la prima volta, non ci sarà l’abituale sfilata di dirigenti che si alternano al palco per urlare quanto è forte la Lega e quanto è bravo il capo. Se andrà bene verrà data la parola ai due ministri (Maroni e Calderoli) per sbrigative comunicazioni riguardanti le loro attività di governo. Tutt’al più a qualcuno sarà consentito andare al microfono per annunciare che «malgrado quel che scrivono i pennivendoli siamo più di ottantamila!!!». Poi la scena sarà tutta ed esclusivamente per Bossi.

La decisione di trasformare quest’edizione dell’adunata nordista in un monologo del leader è stata presa ieri pomeriggio. E subito si sono accavallate le interpretazioni: lo fa per evitare contestazioni a qualcuno dei colonnelli; lo fa per dare l’idea di compattezza della classe dirigente; lo fa per non tagliar fuori qualcuno in un momento in cui c’è bisogno di tutti; lo fa per non dover spiegare (per esempio al figlio Renzo, meglio conosciuto come Il Trota) che non è il momento di sovraesposizioni dannose. Lo fa, ed è la tesi più diffusa, per mostrare che nella difficoltà non ha paura di stare alla testa del gregge. Poi toccherà a lui, e alle parole che dirà, dimostrare di essere davvero in grado di guidare il suo gregge e tirarlo fuori dalle sabbie mobili in cui è sprofondato.

 

non prendiamoci in giro, per non usare una frase più rustica e precisa.

è un dato assodato che almeno il 44% dei votanti su ognuno dei quesiti è di provenienza nè SINISTRA, nè tantomeno CENTROSINISTRA. E allora se i primi tre quesiti sono, fra virgolette, LIBERI  e non legati a ORDINI della vostra scuderia rimangono due fatti.

PRIMO: in modo esplicito anche DURANTE le operazioni di voto c'è stato l'invito a NON VOTARE. E questo sia da COMPAR SILVIO che dal rauco e DOMINUS BOSSI. Invito che una cifra corrispondente a quasi il 70% dei voti del 2008 (12 milioni contro i 17,6 milioni appunto del 2008) ha DISATTESO questo invito.

SECONDO: solo 1.5 milioni di quei 12 hanno votato NO al quarto quesito, quello che diceva al GRANDE COCOMERO piantala e fatti processare. Il ché significa che solo il 12.5% di quei 12 milioni si sono SPUTTANATI fino in fondo, mentre gli altri 10.5 milioni (10.5 diviso 17.6 fa, se la matematica non è una opinione, fa quasi il 60% dei voti espressi nel 2008!) hanno rifiutato l'appoggio al BUNGA BUNGANOMINO, cioè la maggioranzadei DESTRI TOTALI.

Quello che mi meraviglia é che tra i VINCITORI del QUARTO QUESITO NESSUNO, eccetto BERSANI e un po' CASINI, ha messo in evidenza questo che è una esplicita messo in mora di questo attuale VOSTRO presidente del consiglio (PdC, dove il C non significa CONSIGLIO).

Quindi, si risparmi il fedelissimo ALFANO (o TAFANO?) di dichiarare:

"Anche in seguito a questa presa di posizione – sottolinea Alfano – molti dirigenti del PdL a vari livelli hanno fatto scelte differenziate sulla base del loro libero convincimento. Queste scelte, e anche la materia stessa del confronto referendario, escludono qualunque strumentalizzazione del medesimo in chiave politica, addirittura come conseguenza dei suoi risultati. Del resto – spiega – la stessa percentuale raggiunta dai quesiti referendari rende evidente che essa è andata molto aldilà della forza elettorale della sinistra ed ha avuto il voto di milioni di elettori del centro-destra che hanno inteso esprimere la loro opinione sui temi referendari e di certo non danneggiare il governo. Per cui da tutto ciò non si può trarre certamente le conseguenze del tutto improprie di cui parla l'On. Bersani".


Quel dito FAMOSO, forse i suoi elettori l'hanno rivolto proprio al SUO PADRONE e SIGNORE, gentile, giovane, efficiente reggicoda.

  

MENO MALE che la CASSAZIONE c'é. Qualcuno di quelli che passan di qui forse erano ancora nella culla quando già i cittadini della area ROMA NORD cominciarono a sollecitare che qualcuno intervenisse perché i grandi impianti per spedire la parola di dio (quello vero, quello cattolico, quello vestito di BIANCO, di PORPORA o spesso semplicemente di NERO, di frequente NERO neppure fino alle caviglie, più spesso NERO fino alla cintola, ma non per risparmiare tessuto) facevano paura. Paura che secondo voci ricorrenti fra il popolino parlava di insolita incidenza di tumori e simili piacevolezze, con preferenze verso i fanciulli perché, come spesso accade, anch'essi, i malanni le malattie, sono decisamente pedofili.

e ci fu sfilata di esperti e politici a dire che eran tutte fantasie poi, visto che non si poteva evitare un processo (l'azione penale è obbligatoria) si scomodò persino il CONCORDATO (per loro fortuna NON TUTTI i MAGISTRATI sono KOMUNISTI) per bloccare tutto perché lo SPIRITO SANTO non vuole e non può.

ma la CASSAZIONE alla fine è arrivata a sentenza, tardi ma non poi tanto per gli usi nostrani, la PRESCRIZIONE era già intervenuta ma i sassolini nellescarpe facevano male e un po' di cose le ha volute dire, parole che non sanano il danno psicofisico di chi viveva sotto l'influenza di quelle ONDE di DIO ma possono aiutare a far male la dove il VATICANO è più sensibile SUI DENARI (sempre che Silvio regnante non ce li facciano pagare da TREMONTI, cambia poco perché alla fine son sempre gli italiani meno ricchi a pagare).

Le emissioni di Radio Vaticana superavano ampiamente i limiti di cautela, traducendosi in molestie "permanenti e invasive". E i responsabili dell'emittente non potevano non saperlo. La Corte di Cassazione ha depositato oggi le motivazioni (si legga il testo sul sito di Guida al diritto) della sentenza n. 23262 con cui ha confermato il reato, ormai prescritto, di «getto pericoloso di cose» a carico di due alti prelati responsabili dell'emittente, uno dei quali è deceduto nel 2009.

Via libera al risarcimento
Gli ermellini hanno dato il via libera al risarcimento delle associazioni ambientaliste e degli abitanti di Cesano e di alcune zone limitrofe che si erano costituiti parte civile. La quarta sezione ha sottolineato come i direttori della radio non potevano ignorare che l'eccezionale e ampiamente documentata potenza degli impianti era diventata una permanente fonte di disagio e di paura per gli abitanti di Roma Nord. Timori che gli stessi cittadini avevano espresso al Vaticano con tutti i mezzi possibili: dalle manifestazioni di piazza a una lettera indirizzata allo stesso Pontefice ed evasa dall'Ufficio Vaticano.

La commissione bilaterale ha verificato il pericolo
Contro i porporati ha giocato anche l'istituzione, nel 2000, di una commissione bilaterale tra la Repubblica Italiana e lo Stato città del Vaticano che ha verificato una «oggettiva idoneità al disturbo e alla produzione del pericolo» dimostrata anche da un ordine di allontanamento, del 1987, per i mezzadri dai terreni della Santa Sede dato dal Collegio Pontificio Germanico e Ungarico. Una misura – spiega la Suprema Corte – motivata dal percolo derivante alle persone dall'aumento di intensità delle emissioni della Radio.

Un procedimento esamina il nesso fra casi di leucemia e inquinamento elettromagnetico
A dimostrare la consapevolezza di cardinali e monsignori c'erano inoltre le numerose testimonianze di cittadini che lamentavano disturbi elettrici sugli apparecchi domestici e il crescente timore per i casi di leucemia che si erano verificati nella zona. Morti che sono oggetto di un uno specifico procedimento per accertare l'esistenza di un nesso causale tra l'insorgere della malattia e l'inquinamento elettromagnetico prodotto da Radio Vaticana. La Cassazione chiude ora un'annosa vicenda iniziata nel 2002, quando il Tribunale di Roma, Patti Lateranensi alla mano, dichiarò la sua incompetenza. Un difetto di giurisdizione annullato dai giudici di piazza Cavour.

PS: l'articolo è de Il Sole 24 Ore (noto giornale antipapa) e perla delle perle proprio oggi B16 ha tuonato VERDE PREOCCUPATO.

Il Papa: «Le fonti d'energia non siano pericolose per uomo e ambiente» «Stili di vita rispettosi, sostegno a ricerca e sfruttamento di energie che salvaguardino patrimonio della creazione»

i nostri MLADIC televisivi finalmente hanno vinto.

premetto che abitualmente non mi guardo Santoro semplicemente perché molto di quel che passa di lì (e su simili trasmissioni) lo leggo ancor prima sui giornali o settimanali e poi son rimasto affezionato alle PAROLE SCRITTE che posso rileggere, salvare e rileggere per CAPIRE SE HO BEN CAPITO.

e questo vale purtroppo anche per Ballarò perché francamente di quel che urla LUPI o LA RISSA non me ne può importar di meno. Tuttavia rimane il fatto che in tutta la vicenda a rimetterci è solo e solamente la RAI. E persino i sonoramente contrari (vedi lettere alle redazioni di Libero e de Il Giornale) lo prendono in quel posto perché, e l'hanno già pensato e scritto, dovranno mettere le mani in tasca per pagare di più il canone a compenso delle entrate pubblicitarie in calo in RAI e, altrettanto ovviamente, in aumento in MEDIASET e, spero, là dove emigrerà questo professionista del VIDEO, cioé La 7.

ed è già cominciata la campagna di insinuazioni e allusioni, insinuazioni e allusioni che già stanno cambiando. Ieri il fututo acquirente La 7 per alleggerire il buco TELECOM era il solito diavolo DE BENEDETTI ma oggi hanno già cambiato obiettivo condendolo con minacce non proprio velate.

ma andiamo con ordine.

Il governo studia l’aumento del canone Rai per ovviare ai mancati ricavi pubblicitari in seguito alla chiusura di Annozero, il programma di Michele Santoro cancellato dai prossimi palinsesti del servizio pubblico televisivo. Tra le ipotesi raccontate dai quotidiani di oggi che analizzano la vicenda, spunta anche quella di collegare il pagamento di questa tassa, molto evasa e invisa a parecchi contribuenti, alla bolletta elettrica.

E adesso i NUOVI NEMICI. 

scartata l'ipotesi di ieri che prevedeva un intervento diretto del DIAVOLO DE BENEDETTI perché avrebbe così investito i milioni rapinati a Berlusconi con la causa legata al furto di MONDADORI, ecco arrivare le notizie sulla nuova congiura. Non più quindi una riedizione di TELEKABUL, ma

La7 nelle mani di De Benedetti? Non è detto. A puntare alla nuova Telekabul è il gruppo di via Solferino. Guarda caso sono gli stessi della super indebitata Telecom

La7 è della Telecom, og­gi e per i prossimi tre an­ni, guidata da Franco Ber­nabè. A sua volta la Tele­com è controllata da un trio di poteri forti italiani: Mediobanca, Generali e Intesa. A cui si associano gli spagnoli di Telefoni­ca, incastrati in Telecom perché pensavano di por­tarsela tutta a casa, ma che oggi si trovano con un titolo che vale meno della metà rispetto a quando lo acquistarono.

La verità resta quella di Stella: La7 è in vendita. Ma la pista sulla quale ci ha condotto è quella sbagliata. Si è parlato infatti di un possibile interesse del gruppo De Benedetti. Naaaa . Ragioniamo per un momento insieme. Gli azionisti di Telecom e di La7 sono più o meno gli stessi di un altro grande gruppo editoriale, che peraltro è provvisto di tutto, tranne che della tv: la Rizzoli- Corriere della Sera. Vi sembra plausibile che l’azionista del Corriere e di La7 ceda la tv che sta rinascendo al suo principale concorrente? Certo dalle parti di via Solferino non abbondano i quattrini in cassa, ma lo stato di crisi è stato chiuso. Prima o poi faranno qualche euro cedendo i periodici. E per di più le normative Antitrust hanno un tetto nel quale la Rcs rientra alla grande (il cosiddetto Sic prevede il divieto per i «giornalai» di comprare tv solo se fatturano più di due miliardi in Italia). Ai tempi di Paolo Mieli direttore del Corrierone si parlò a lungo di un possibile interesse per le tv di Telecom. E oggi quell’amore sembra riprendere corpo.

Ed ecco arrivare la MINACCIA. Già, perché nel gioco complicato delle scatole che regolano i GRANDI POTERI un posticino è stato riservato anche al Berlusconi, una volta arrivato là dove SI PUOTE TUTTO QUEL CHE SI VUOLE, basta fare una legge!

Sintetizziamo. Il numero uno della Telecom (Bernabè) e di La7 (Stella) si trovano tra le mani una televisione che fa acqua da tutte le parti. Mettono i conti più o meno in ordine. Inciampano in Mentana che fa capire loro come la fonte di perdite possa dare soddisfazioni. Vedono che Berlusconi (capo del governo e del principale competitor della loro tv) è in difficoltà. Gettano l’amo alle grandi e costose star della Rai (Santoro e non solo). E confezionano il pacchetto, buono per un grande editore che abbia particolari caratteristiche: non sia presente nelle tv e sia dunque libero da vincoli antitrust. Et voilà. La Rcs è lì pronta a essere il candidato numero uno. Resta qualche problemino. Il più evidente di tutti sono gli investimenti necessari per far decollare La7. La Rcs può fare uno sforzo per comprarla, ma dovrà mettere mano al portafoglio per crederci.

Molti degli attuali azionisti di via Solferino sarebbero favorevoli a mettere finalmente la mani su una tv che conti. Ma non tutti. Se la dovranno vedere tra di loro. E poi c’è Berlusconi. Bernabè, fino a oggi è riuscito a mantenere un certo equilibrio con i palazzi della politica.

Ma vi immaginate una La7 con Santoro in prima serata, e compagnia cantando, come verrebbe vista da Palazzo Chigi? Bene. Ma la scommessa è che l’inquilino del palazzo romano cambi.  
 
Ed ecco il ruggito del CONIGLIO, quel coniglio che oggi è stato battuto due volte e il motivo era semplice, nella legge contro la CORRUZIONE voleva una commissione con alla PRESIDENZA il principe dei CORRUTTORI: il PdC. Si proprio LUI il PRESIDENTE del C…. (5 lettere). E anche l'altro, il padre della TROTA, che non voleva giurare sulla Costituzione.

Dalla metà degli anni ’80 in avanti, quasi sempre, sia che si facesse l’amore sia che si facesse la guerra, non essendo affatto propensi a rinunciare al nostro sfrenato godimento, volendo anzi continuare a lussureggiare anche in futuro, a dispetto di tutto, illudendoci di essere ancora in grado di farlo, abbiamo creduto di poter continuare ad andare a letto con lo spirito del tempo dei fatui e sciagurati anni ’80 indossando un preservativo, una piccola guaina di lattice immunizzante che ci garantisse l’orgasmo preservandoci, però, dal contatto con la realtà del mondo, dell’altro e, soprattutto, di noi stessi.

E' la conclusione di un editoriale di ANTONIO SCURATI su LA STAMPA. 

Non so quanto questa generalizzazione  e questo collegamento siano corretti e condivisibili, ma forse è perché di questo "edonismo" per origini sociali e scelte di vita non credo d'aver mai fatto parte. Ma anche molta parte del mondo povero e abbandonato che da questo flagello (come di solito lo si chiama) è colpito credo lo faccia o lo abbia fatto per edonismo o non invece, e troppo spesso, se lo sia trovato addosso per banale ignoranza, aiutata spesso da credenze RELIGIOSO-SESSUALI.

Sembra quasi che ci sia collegamento fra PECCATO e PENA e CONDANNA. Spero tuttavia che sia vera l'osservazione della fine dell'EDONISMO che rimane comunque un lusso da classi dominanti mentre tutti gli altri vivono di riflesso televisivo e sub-culturale il necessario influsso per continuare a illudersi di assomigliare a loro quando indossano la mise giusta, bevono la marca giusta si muovono con il corretto CAR.

C'é certo una illusione da sfatare, che si possa vivere in eterno A SBAFO, nessuno organismo vivente lo fa e lo può fare, quello che noi usiamo o è ottenuto direttamete o indirettamente da NOI o altrimenti e comunque l'abbiamo ottenuto o goduto so lo perchélo abbiamo sottratto ad ALTRI. Che poi questo sia edonismo o no con l'AIDS non c'entra perché per ignoranza o negligenza la responsabilità è sempre individuale, anche se tuttavia a volte la responsabilità può essere attenuata per trasferirla a chi guida o illude gli altri come accade spesso nel caso specifico.   

 siano correttee 

«I rapporti tra Italia e Russia sono molto stretti». È iniziata così, con le parole del presidente russo Dmitrij Medvedev, al termine del bilaterale con il premier, Silvio Berlusconi a Villa Pamphili, a Roma, il fitto pomeriggio di colloqui internazionali in occasione della festa del 2 giugno. «I rapporti sono avanzati e abbiammo registrato una crescita dell'interscambio commerciale», ha aggiunto Medvedev, che ha ricordato come l'interscambio, anche culturale, tra i due Paesi sia cresciuto e come i due leader abbiano discusso nel corso del loro incontro bilaterale di numerosi «progetti futuri».

Il premier Berlusconi ha invece ricordato che l'Italia è il quarto partner commerciale della Russia, «ma abbiamo l'ambizione di diventare il terzo».

Poi Il Sole 24 Ore ricorda una altra po' di cose.

Intanto ALFANO si muove, tenuto conto che, come dice Il GIORNALE

Che Alfano abbia capacità e autore­volezza per compiere la missione è fuori dubbio. È uomo della prima ora, è giovane ma già di esperien­za, si è mosso bene nel labirinto dei rapporti tra istituzioni, pur te­nendo il punto della necessità di ri­formare la giustizia. Soprattutto ha sempre lavorato per unire le va­rie anime del partito nei momenti più delicati.

La continuità rispetto al proget­to originale resta comunque garan­tita dal presidente Berlusconi, che con questa mossa si mette in una condizione più favorevole per oc­cuparsi del governo con più sereni­tà. Nonostante ormai ogni giorno porti la sua pena. Quella di ieri è la decisione dei giudici della Corte di Cassa­zione di dare il via libe­ra anche al referen­dum sul nucleare, co­sa che ha sorpreso tut­ti perché il governo aveva già provveduto a cambiare la legge nel senso chiesto dai referendari, cioè a so­spendere la costruzio­ne di centrali nucleari in Italia. Una decisio­ne che sa di politica, essendo quello sul nu­cleare, il quesito più popolare tra i quattro proposti e quindi quello te­oricamente in grado di trainare l’a­f­fluenza al voto sopra quel cinquan­ta per cento indispensabile perché il risultato sia valido.

Nei TG alcune cose non sono arrivate, qualcuno ha alluso a fischi ma si vede che i telecronisti tutti attenti a guardare la pattuglia acrobatica non li hanno sentiti. Così come, essendo tutti a Roma, non sapevano quel che accadeva a Milano e temo  che Milano apparirà poco d'ora in avanti a meno che i ROM non invadano le strade del centro, come previsto.

MILANO – La cerimonia per il 2 giugno in piazza Duomo a Milano si è trasformata rapidamente in una grande festa per il neosindaco di Milano Giuliano Pisapia. Appena terminato il ricordo della Festa della Repubblica, Pisapia è stato accerchiato da centinaia di sostenitori che ne hanno gridato il nome e si sono complimentati con lui. Il sindaco, visibilmente emozionato, con un certo pudore ha avuto attenzione per tutti: una carezza per qualche bambino, un saluto con degli anziani, un breve dialogo con alcuni giovani. Quindi, rompendo tutte le formalità, è andato a piedi fino alla sede del Comune attraversando la Galleria Vittorio Emanuele in un bagno di folla.
La fila che si vede fotografa l'atto  di sottomissione degli elettori komunisti al loro nuovo IDOLO-GURU.

Però è inevitabile i KOMUNISTI son appunto per sempre komunisti.

CAMUSSO: «CAPITALE MORALE» – Pisapia è stato accolto con un lungo abbraccio dal segretario generale Cgil Susanna Camusso. «Credo sia giusto festeggiare un sindaco di cui abbiamo apprezzato il programma che rappresentava per questa città la prospettiva di tornare ad essere la capitale morale che deve essere», ha dichiarato Camusso a margine della manifestazione. Circondati da fotografi e sostenitori, i due si sono poi concessi alle fotocamere e telecamere assieme all'ex leader della Cgil Guglielmo Epifani.
 

 fino a che punto la campagna di Sallusti contro TETTAMANZI, il Cardinale di Milano capo della CHIESA CATTOLICA di rito AMBROSIANO, è un fatto puramente politico nato nella testa di Sallusti o invece rientra nella guerra civile e religiosa fra gli ultimi sopravvissuti dei pasdaran romani e gli epigoni della Chiesa rinnovata dall'ultimo concilio di Giovanni XXIII?

c'è da dire comunque che è in atto la guerra di successione a TETTAMANZI che è in regime di PROROGATIO senza limiti temporali precisi.

tornando all'argomento, l'articolo de Il Giornale di lunedì scorso a firma Sallusti  appare come una delle varie colonne su cui s'appoggia l'architrave della guerra totale iniziata dal BAUSCIONE. (Come sempre la lettura dei commenti agli articoli de Il Giornale sono decisamente significativi).

Per esempio sorprende come una parte della curia milanese e del mondo cattolico mene­ghino si stia dando da fare per aiutare Pisapia. Matrimoni gay, droga libera, ateismo formale e sostanziale (cose pre­viste nel programma della sinistra) sono così attraenti per il cardinale Tettaman­zi? Evidentemente sì, perché non soltan­to il principe della Chiesa ambrosiana non ha dato indicazioni chiare al suo gregge, ma le sue mezze frasi e la sua no­ta ambiguità sono certamente un aiuto ai mangiapreti alla Pisapia. Non conten­to di aver quasi distrutto la diocesi, oggi Tettamanzi e compagni cercano di di­struggere anche la città, tanto lui, il cardi­nale, tra pochi mesi andrà (finalmente) in pensione e i cocci saranno tutti nostri.

Su questo tema, per esempio, mi aspet­terei una parola chiara del cardinale lai­co della città, il governatore Formigoni, che invece ieri l’altro ha dichiarato che in fondo lui lavorerebbe bene anche con Pisapia. In che senso, governatore? Su­gli affari dell’Expo o sulle nuove politi­che a sostegno della famiglia tradiziona­le? Sui consigli di amministrazione del­le società pubbliche o su norme a soste­gno della sussidiarietà? Io penso che a questo punto i cattolici milanesi abbia­no diritto di sentire dai loro punti di rife­rimento, laici e religiosi, parole chiare e definitive su come orientarsi in questo casino. O ancora una volta, come già è successo su presepi, crocifissi,radici cri­stiane dell’Europa, i cattolici per sentirsi difesi e rappresentati devono aggrappar­si al Bossi e al suo Dio Po?

Tettamanzi non ha certo evitato di rispondere

"Milano viene sollecitata fortemente ad essere ’medio-lanum’, cioè terra di mezzo, crocevia di popoli che cercano nel Dio vivente l’unica vera risposta per la propria vita e luogo di interrogazione reciproca tra chiesa e società". E in proposito, rispondendo alle domande dei giornalisti, il cardinale ha citato il tema degli immigrati sottolinenando che l’integrazione porta ad un arricchimento reciproco. Per Tettamanzi, "questi contenuti e quelli che saranno offerti nei prossimi mesi sono salutari per noi e per tanti che vorranno lasciarsene provocare. Potranno e, auspicabilmente, dovranno provocare la nostra responsabilità e la nostra creatività ecclesiale e istituzionale. Nella nostra città – ha ricordato l’arcivescovo di Milano – ci sono 103 consoli (tanti quanti ne ha New York) che ho avuto la gioia e l’onore di incontrare l’anno scorso; fatto questo che dice come simile respiro e ampiezza di orizzonti abitino già fortemente i nostri vissuti cittadini, posto che vogliamo accorgercene". "Dovranno confrontarsi sul tema della famiglia – ha continuato il cardinale rivolto ai giornalisti – quanti si occupano di sociale, del mondo del lavoro, del tempo libero".

E non è certo l'unica occasione sia immediata, come all'uscita dall'udienza pontificia all'Università Cattolica con cui alludeva alla ventata di rinnovamento, finalmente!, anzi "alla primavera di Milano", sia non molto tempo fa parlando di giustizia

Parole forti quelle pronunciate dall'arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi, nella domenica delle Palme. In un’omelia di quattro pagine, più  corta rispetto alle solite, il presule lombardo ha definito «paradossali» i tempi attuali. «Perché molti agiscono con ingiustizia, ma non vogliono che la giustizia giudichi le loro azioni?», si è chiesto l'arcivescovo. Facile pensare che la domanda sia rivolta al premier Silvio Berlusconi. E sull'emergenza sbarchi: «Perché tanti vivono arricchendosi sulle spalle dei Paesi poveri, ma poi si rifiutano di accogliere coloro che fuggono dalla miseria?». 

Tettamanzi si conferma una voce critica, pronta a denunciare le contraddizioni della società. Ma anche a gettare uno sguardo nella Chiesa, puntando il dito sul carrierisimo e la ricerca di potere di alcuni uomini chiamati a servire il Vangelo. Insomma, Milano si conferma ancora una volta una diocesi in cui le sue guide non esitano ad alzare la voce.

Viene allora un dubbio inevitabile: quante guerre e quanti eserciti sono schierati a Milano?
EE